la ridipintura nasconde un'opera di difficile datazione che potrebbe risalire al XIV-XV sec. o anche ai primi del '500. Altre opere testimoniano i contatti che la valle ebbe attraverso gli anni con le regioni limitrofe e i paesi del nord Europa. Dalla Germania del sud o dal Sud Tirolo, proviene ad esempio la bella statua di San Giacomo rimasta per secoli sopra il portale della chiesa ma in origine posta forse sull'altare maggiore come documenta una visita pastorale del 1421. In ogni caso l'opera appartiene alla prima metà del XV sec. e ha recuperato, dopo il recente restauro, tracce dell'originaria cromia.
La statua di Santa Lucia risale invece al XVI sec. ed è simile per fattura alla Madonna dell'altare del Rosario; forse appartengono alla stessa mano e anche queste due opere sono probabilmente di origine Tirolese. Di ambito tedesco del primo '500 è anche la statua di Santa Barbara che presenta notevoli analogie con opere coeve della Svevia. In origine era conservata nella cappella di San Grato. Questi pochi dati testimoniano la ricchezza degli scambi culturali e dei rapporti commerciali che la valle ebbe con altre aree, soprattutto di lingua tedesca.
Molte altre opere conservate nelle vetrine provengono dalle cappelle sparse per le frazioni e i valloni del teritorio di Issime e risalgono al XVII/XVIII sec. e pur essendo opere popolari sono estremamente interessanti perchè testimoniano una cultura e una religiosità che meritano di essere testimoniate. Il museo comprende anche una sezione di argenterie, i cui pezzi più antichi sono un calice e una croce astile del XV sec.
Molto interessante è anche un reliquiario del 1675, lavorato a sbalzo, cesello e bulino.
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