Le migrazioni avvennero tra i secoli X e XIII; le cause vanno cercate in ambito economico e demografico: ristrettezze economiche ed eccessiva popolazione, ma anche nella volontà da parte dei signori feudali vallesani nel favorire una emigrazione per far fruttare e a valorizzare i propri terreni al di là delle Alpi.
I documenti indicano che i walser della Valle del Lys sono stati inviati dal vescovo di Sion Landrich Von Mont, proprietario della valle da Issime al ghiacciaio del Monte Rosa. Da Zermatt giunsero dall'inizio del XIII secolo, insediandosi in quasi tutta la Valle del Lys (Gressoney, Issime, Gaby e Niel) e nell'alta Val d'Ayas (Canton des Allemands).
La teoria corrente vuole una migrazione a cerchio dal Passo del Teodulo (3.317 m) ad Ovest e dal Monte Moro (2.984 m) ad Est. Ci sono però altri elementi, che considerati nella loro unione, possono darci molte notizie in più; tradizioni, toponimi e anche cartografie e documenti scritti, senza dimenticare gli studi sul clima, hanno indicato nuove strade percorse dalla migrazione nelle valli ai piedi del Monte Rosa.
I nuovi passi sono: lo Schwarztor (3.724 m), il Colle di Verra (3.848 m), il Colle di Felik (4.061 m) e il Colle del Lys (4.248 m).
Tra X e XIII secolo il ritiro dei ghiacci rese sicuramente agibili questi valichi; rispetto alla situazione attuale, le condizioni climatiche e i limiti della vegetazione erano migliori. Questa situazione rese possibile una migrazione della popolazione walser dai valichi del Monte Rosa, che era considerato una porta e non un ostacolo.
Un tratto che lega le comunità walser è il forte spirito comunitario che non lede l'indipendenza individuale e collettiva. Questo porta anche ad una notevole consapevolezza e all'orgoglio della propria specificità rispetto alle popolazioni vicine.
Essa è rafforzata anche dal "diritto walser": è il diritto dei coloni diffusosi nei secoli XII e XV in tutta Europa. Con l'affitto ereditario il feudatario dava in perpetuo la terra; questa passava agli eredi che pagavano una locazione immutata nel tempo; in questo modo era garantita la totale autosufficienza della famiglia.
A questa concessione si accompagnava l'autonomia amministrativa e giudiziaria. In cambio i coloni avevano il dovere della leva militare per il proprio signore, garantendosi reciprocamente soccorso e protezione. L'economia era di carattere misto basata sull'attività agricola e sul pascolo e l'allevamento del bestiame (vacche, capre, pecore e maiali) con la lavorazione del latte, inserito nel modello della fattoria isolata autosufficiente.
Salvaguardia della cultura walser
Promozione della salvaguardia della lingua e della cultura walser ottenendo, grazie all'attività dei parlamentari valdostani senatore Cesare Dujany e onorevole Luciano Caveri, la Legge Costituzionale N. 2 del 23/09/1993 che, all'art. 40 bis, così recita "Le popolazioni di lingua tedesca dei Comuni della Valle del Lys, individuati con legge regionale, hanno diritto alla salvaguardia delle proprie caratteristiche e tradizioni linguistiche e culturali" e successivamente la Legge regionale della Valle d'Aosta N. 47 del 19/08/1998 che ha individuato i Comuni interessati, stabilito i principi e ambiti dell'azione regionale ed istituito una Consulta permanente per la salvaguardia della lingua e della cultura walser.
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